FUNAKOSHI GICHIN

Nasce nel 1868 nel distretto di Yamakawa-Cho a Shuri in una famiglia appartenente alla classe Shizoku, corrispondente a quella dei Samurai dopo la riforma Meiji.
Nel Giappone dell’epoca l’imperatore sceglie la via progressista a questa scelta: il Fukokukyo Hei (nazione prospera con un potente e moderno esercito) avrà enorme influenza nelle arti marziali del Budo.
La prima misura adottata dal governo dopo la riforma è la soppressione dei Clan e l’abolizione delle classi feudali. Da questo momento non vi sarà più alcuna distinzione tra nobiltà militare e nobiltà di corte. La seconda classe del paese sarà quella dei Samurai: gli Shizoku alla quale apparteneva la famiglia di Funakoshi.
Di costituzione gracile i medici pronosticarono (sbagliandosi!) che non potrà vivere più di 20 anni. Funakoshi passa l’infanzia con i nonni materni, studia il cinese e gli viene data un’istruzione classica come si conveniva ai giovani Samurai. Sin da giovane manifesta una certa predilezione per il Teguni (una forma di lotta molto in voga presso i ragazzini dell’epoca). Purtroppo in seguito alla sua delicata costituzione rimane l’eterno sconfitto, Funakoshi è amareggiato e dentro di sé pensa che ci dovrà pur essere una alternativa a questo stato di cose.
Dai 6 ai 13 anni frequenta le scuole elementari, dove ha per compagno di classe il figlio del Maestro Azato, grande esperto di Karate. Viene presentato al Maestro il quale lo accetta come allievo all’età di 13 anni.
Passata l’adolescenza decide di intraprendere gli studi di medicina, siccome la scuola è riservata ai giovani, falsificata la data di nascita spostandola al 1871 (pratica, questa, in uso a quell’epoca) però una volta iscritto non può frequentare i corsi perché portava i capelli lunghi acconciati come i Samurai, moda che il governo aveva interdetto.
Le riforme creano malcontento nei Samurai, soprattutto quella agraria perché li manda letteralmente in rovina. Il governo aveva deciso la confisca delle terre degli Shizoku per rivenderle a metà prezzo a contadini e commercianti e riempire così le casse dello stato. Scoppiano rivolte e la più famosa è quella di Saigo Takamori che vuole il ritorno dell’ordinamento antico e ripristinare la pratica del Bushi-Do. La rivolta viene domata nel sangue e Saigo verrà assassinato dal Clan Kaga.
Il governo aveva dunque vietato alle persone che seguivano la moda e le idee dei Samurai, l’ingresso agli uffici pubblici. Funakoshi dopo il rifiuto della carriera medica decide di intraprendere una carriera letteraria. Prepara con successo il proprio concorso alla scuola normale, ma il problema dell’acconciatura si pone ancora, allora seguendo l’esempio del proprio Maestro Azato, si taglia i capelli. Quando si presenta in famiglia è uno scandalo.
A 21 anni diventa responsabile dell’insegnamento nelle scuole senza però trascurare il proprio allenamento.
Funakoshi non ha soldi e deve lavorare, inoltre si sposa e mette su famiglia. Per procurarsi di che vivere nel tempo libero fa il contadino, di notte lascia furtivamente la casa per recarsi ad allenarsi; le malelingue diranno che spendeva il proprio stipendio nelle case di piacere.
L’allenamento è duro, sia sul piano fisico che su quello mentale e nel rispetto della tradizione è centrato rigorosamente sullo studio del Kata. Ogni sera sempre lo stesso kata, instancabilmente fino alla perfezione. A volte alle prime luci dell’alba Azato lo trattiene per spiegargli la filosofia delle arti marziali, spesso discutendone col Maestro Itosu.
Nel 1877 viene ripristinata la circoscrizione obbligatoria e i giovani di Okinawa vengono arruolati nell’esercito giapponese. I medici non tardano a rendersi conto che coloro che praticano il Te erano di costituzione particolarmente sana e robusta. L’ispettore governativo Shintaro Ogawa durante un suo soggiorno alle RYIJKYU ha finalmente la possibilità di vedere la pratica del Te, la scuola di Funakoshi ha l’incarico di preparare la dimostrazione. Mitsuya, presidente del collegio degli insegnanti, persona lungimirante, prende la palla al balzo e propone l’insegnamento del Karate nelle scuole secondarie a titolo sperimentale. L’incarico di coordinare il lavoro viene affidato ad Itosu che sceglie come collaboratore Yabu Kensu. Dopo un breve periodo tutte le scuole di Okinawa chiedono che il Karate diventi parte dell’insegnamento pubblico. Funakoshi domanda il permesso di insegnare ai bambini delle scuole elementari. Però una volta all’opera si rende conto che il metodo individuale adottato con lui dai suoi Maestri non può funzionare per i grandi gruppi e per lo più bambini delle elementari. Occorre di più semplice ed una pedagogia tutta da inventare. Allora nel 1904 Itosu creerà i Kata Pinan. Con la dimostrazione organizzata da Funakoshi in onore dell’ispettore Shintaro Ogawa il Karate esce dall’ombra. La decisione del governo del 1903 di inserirlo nelle materie di insegnamento delle scuole pubbliche gli riconosce un riconoscimento ufficiale.
Dal 1904 al 1917 Funakoshi, Mabuni, Motobu, Kyan, Gusukuma, Ogosuku, Tokumura, Ishikawa, Yashiku moltiplicarono le dimostrazioni per promuovere la loro arte, prima a Shuri, e poi a Naha e quindi in tutta l’isola.
Sin dal 1899 la Dai Nippon Butukukai aveva creato una vera e propria scuola di arti marziali, la Dai Butukukai Bujutsu Semon Gakko col compito di reclutare i migliori esperti e codificare tutte le tecniche di combattimento esistenti in Giappone.
Nel 1911 il Ministero dell’educazione rende obbligatoria la pratica del Kendo e dello Judo in tutte le scuole del Giappone.
Funakoshi viene designato dal Collegio dei Maestri di Okinawa, poiché è una persona istruita e sa parlare correttamente il giapponese, ad assolvere questo difficile compito. Di fronte ad un pubblico ristretto di esperti di Budo, Funakoshi dimostra la propria arte. Sembra che in questa dimostrazione egli sia riuscito a risvegliare un sicuro interesse per il Karate, ma che però non sia riuscito a convincerli che il Karate non era niente di più che una tecnica di combattimento. Funakoshi ha ottenuto un mezzo successo ma comunque ad Okinawa diviene un referente, la persona in grado di rappresentare ufficialmente il Karate grazie all’imprimatur offertagli dalla dimostrazione al Butukukai.
Nel 1921 il principe reggente Hiro Hito in viaggio per l’Europa fa scalo ad Okinawa. Funakoshi, che da tre anni, ha lasciato l’insegnamento per dedicarsi alla diffusione del karate, ottiene nella sua qualità di Presidente dell’Associazione di Okinawa per la Preservazione dello spirito delle arti marziali che il principe assista ad una dimostrazione di karate in suo onore. L’evento ha luogo nella cornice del castello di Shuri ed è una grandiosa manifestazione alla quale partecipano tutti i Maestri dell’isola. Hiro Hito dirà di essere stato sedotto dall’eleganza delle movenze del Karate. La stampa da un grande risalto all’avvenimento. Al Karate non resta ora che conquistare il Giappone.
Nel 1922 il Ministero dell’educazione invita la Prefettura di Okinawa a mandare un’esperto a partecipare alla manifestazione dello sport di Tokyo. All’unanimità viene scelto, per le sue doti, Funakoshi.
Funakoshi parte per quello che sarà un viaggio senza ritorno, la missione è importante ed egli sente tutto il peso della responsabilità, nessuna manifestazione pubblica di Karate ha mai avuto luogo nella capitale. Un pubblico immenso si è riunito per vedere questa tecnica di combattimento, a mani nude, importata ad Okinawa dai cinesi che è stata utilizzata in modo efficace dai feroci Samurai del Clan Satsuma. Funakoshi è solo davanti al pubblico. Bisogna rompere il ghiaccio della segretezza di secoli. Egli sente che non ha il diritto di deludere i Maestri che hanno riposto in lui la loro fiducia ne quel pubblico impaziente ma difficile, allevato al culto dei Samurai. Si concentra nel tanden, un momento di malinconia e poi, con grande maestria, esegue il proprio Kata. Ha appena finito l’ultima tecnica che a poco a poco un’ovazione si leva: ha vinto. Funakoshi ha vinto il suo più grande combattimento mai fatto fino a quel giorno; ma uno più grande comincerà proprio da quell’istante.
Mentre si appresta a rientrare ad Okinawa Funakoshi non cessa di pensare alla propria missione, e proprio quel giorno Jigoro Kano lo invita a fare una dimostrazione al Kodokan il tempio del Judo. Il Kodokan è in rivalità con la Dai Nippon Butukukai ed invitare Funakoshi darebbe al Kodokan lo stesso prestigio della Dai Nippon Butukukai. Inoltre Kano chiede che Funakoshi sia assistito da Makoto Gima (che avrà la prima cintura nera rilasciata da Funakoshi). Gima eseguirà Naihanshi Shodan e Funakoshi il Kata Kushanku.
E’ un successo. Gli astanti lo assalgono di domande, Funakoshi da spiegazioni tecniche e risponde alle domande di questo pubblico entusiasta. Lo stesso Jigoro Kano chiede di essere iniziato.
Dopo un certo periodo Funakoshi sta di nuovo per fare ritorno a casa quando il pittore Hoan Kosugi gli chiede di insegnare il Karate a lui e ai suoi colleghi del club Tabata. Funakoshi non se la sente di rifiutare e dopo un po’ il gruppo gli chiede di pubblicare un libro che possa essere un punto di riferimento per i praticanti. Il libro uscirà col titolo di RyuKyu Kempo Karate. Un problema assilla Funakoshi, egli si domanda se a 54 anni deve ricominciare la propria esistenza da capo in Giappone. Una notte si alza e medita per tutta la notte, dopo di che, solo, senza amici, senza soldi ne allievi, Funakoshi decide di restare.
Per pagarsi l’alloggio ed il cibo alla pensione Meisujuku fa diversi mestieri: portiere, uomo di fatica, giardiniere, pulisce le camere degli studenti e la sera nella sala di lettura tiene corsi di Karate per i pittori del club Tabata. Un giorno si presenta un giornalista per intervistare quest’uomo venuto da Okinawa che ha lasciato casa e famiglia per diffondere il Karate in Giappone. Meisujuku diviene famosa. Arrivano nuovi allievi, si ‘presentano Keinosuke Saigo, nipote del famoso eroe, per studiare il Karate. Poi è la volta di un famoso lottatore di Sumo, Onishiki Uichiro che condurrà anche i compagni. Quindi si presenta Otsuka esperto di Jujitsu. Shinto Yoshi Ryu, e non ultimo l’ammiraglio Rokuzo Oshiro che nel 1912, durante una sosta ad Qkinawa aveva invitato una decina di uomini del suo equipaggio ad allenarsi al Karate.
Funakoshi è comunque un intellettuale di formazione e si rende conto che per riuscire a far accettare il Karate in Giappone al pari delle altre discipline del Budo, occorre elevarne il livello e contattare un pubblico sensibile alle cose nuove e allo scopo fa dimostrazioni, tiene conferenze spiegando i benefici fisici e mentali della pratica costante del Karate.
Verso la fine del 1922 Funakoshi riceve la visita di un professore dell’Università di Keio che gli chiede di poter apprendere il Karate e di aprire un Dojo all’interno dell’università. Nel 1923 il Dojo viene aperto e Obata è uno dei primi ad iscriversi, purtroppo il terribile terremoto che farà centinaia di vittime in Giappone lo distrugge, verrà riaperto nel 1924. Dopo Keio è la volta dell’Università di Waseda, Hosei, il Collegio di Medicina di Tokyo, della facoltà Imperiale, della Facoltà di Commercio ecc.... Nel 1930 vi saranno circa 10 Dojo pubblici nei quali viene praticato il Karate di Funakoshi che frattanto nel 1926 aveva pubblicato il suo secondo libro: Renten Goshin Karate Jutsu.
Nel 1928 riceve la prima ricompensa, infatti il 20 Marzo, accompagnato da 6 allievi, si reca nella sala Sanei del Palazzo Imperiale per fare una dimostrazione di fronte all’Imperatore Hiro Hito. Funakoshi ha 60 anni, tutta la storia dei suoi allenamenti con i suoi Maestri gli ritorna alla mente, mai avrebbe pensato che un giorno avrebbe avuto l’onore di fare una dimostrazione a Palazzo, come nel 1921 a Okinawa la dimostrazione è un successo e riceve un invito dal Gran Ciambellano Suteki Chuida.
E’ arrivato il tempo di operare il salto di qualità, bisogna passare dal Jutsu al Do. Funakoshi prende in prestito dalla cultura Marziale dei Samurai gli aspetti essenziali al fine di creare un substrato filosofico e spirituale alla tecnica di combattimento, nel frattempo, siamo nel 1927, alcuni allievi avevano cominciato ad allenare forme di combattimento libero imitando l’evoluzione del Kendo. Funakoshi chiede di rinunciare a tale pratica, ma non riuscendo a convincerli pensa che essi stiano tradendo l’essenza del Karate che è principalmente centrato sull’autodifesa e quindi non tornerà più ad insegnare nel Dojo di Shichi Tokuda. Il karate di Okinawa aveva un metodo di allenamento al combattimento molto utilizzato: il Kakeai in cui uno dei contendenti, solitamente quello di grado inferiore attacca, mentre l’altro semplicemente difende. Lo scopo era quello di sapere se era più forte l’attacco o la difesa. Con la formazione dei Club di karate Universitari, si instaura la pratica dei famosi “Scambi di conoscenza” che continuerà fino a circa il 1955, dopo di che, come nel Judo e Kendo il Karate si doterà di un regolamento di gara. Lo scopo di questi “scambi” era quello di promuovere tra scuole diverse lo scambio delle conoscenze e l’amicizia fra i partecipanti. Nella realtà, come testimonia il Maestro Nishijama,, erano delle risse tremende senza esclusione di colpi, ed era raro che gli incontri durassero per più di 10 minuti. Alla fine degli scambi si passava ad un lavoro collettivo in ”souplesse” e a questo punto l’obiettivo degli scambi di conoscenze veniva raggiunto.
Funakoshi dal canto suo aborrisce tale pratica, lui rimane fedele all’insegnamento tradizionale. Takagi dice: “Con lui facevamo Kata dalla mattina alla sera”.
Nel 1929, dopo 7 anni di collaborazione Otsuka si separa da Funakosbi, per creare la propria organizzazione che nel 1940 chiamerà Wado Ryu e nella quale fonderà i principi del Karate con quelli del Jujitsu. Shinto Ryu. A seguito del grande sviluppo del Karate nei club Universitari Funakoshi ha bisogno di Istruttori che egli sceglierà tra i propri allievi migliori. Dopo Otsuka è la volta di Shimoda a prendere l’incarico di assistente. Egami comincerà nel 1932. Purtroppo Shimoda, al ritorno da un viaggio dimostrativo di Karate nel sud del Giappone, si ammala e muore. L’incarico di responsabile dell’insegnamento passa al figlio Yoshitaka.
Yoshitaka ha grossi problemi di salute, aveva infatti la tubercolosi, e i medici diagnosticavano , da piccolo, che non avrebbe superato l’età di 14 anni. Secondo le parole del Maestro Kase: “Yoshitaka decise di raggiungere un livello spirituale molto elevato nel Karate e si allenò molto duramente. Egli aveva una forza mentale incredibile ma la sua salute restava fragile”. Gli storici riportano che Yoshitaka fu colui che decisamente modernizzò il Karate di Okinawa per fame un’arte Giapponese.
Ma prima delle riforme di Yoshitaka, lo stesso Gichin aveva introdotto alcuni cambiamenti: nel 1923 lavora sull’idea di cambiare l’Ideogramma di Karate da MANO CINESE a MANO NUDA. Nel 1930 cambia i nomi dei Kata Heian, Tekki, Hangetsu ecc....
Nel 1932 un’ondata nazionalista scuote il Giappone a seguito dei fatti della Manciuria, Funakoshi preme perché i Maestri di Okinawa accettino il cambio degli Ideogrammi di Karate. I Maestri molto tradizionalisti dapprima sono contrari ma poi finiscono per accettarli e siamo nel 1936.
Funakoshi istituisce, sull’esempio del Judo, il sistema di Kyu, Dan e la cintura nera. Il karate di Funakoshi è orientato sull’autodifesa, con posizioni corte e alte, tecniche corte ma potenti. I calci colpiscono la parte bassa del corpo, utilizza molto le proiezioni perché pensa ad un combattimento molto ravvicinato.
Yoshitaka inventa uno stile più fluido e ampio con l’idea degli avversari a distanza più lunga, forse ispirandosi alle tecniche del Kendo Jgen Ryu del Maestro Azato. In questo modo è necessaria una estensione totale del corpo, i calci salgono a livello Chudan e Jodan, inventa Yokogeri, Ushirogeri e Mawashigeri, abbandona le proiezioni.
E’ uno stile molto spettacolare, e secondo il Maestro Kase “ il padre approvava le innovazioni tecniche apportate dal figlio, ma tenuto conto della sua età avanzata non provava ad applicarle perché le riteneva più adatte ai giovani”.
Sempre nel 1936 con una colletta degli allievi viene costruito il primo Dojo a Zoshigawa che porterà il nome SHOTOKAN. Funakoshi è commosso.
Negli anni prima dello scoppio della guerra fra le varie scuole gli incontri in cui veniva privilegiato il combattimento libero.
Per tenere alto l’onore dello Shotokan Yoshitaka continua indefessamente i suoi allenamenti e continua ad apportare innovazioni e modifiche tecniche allo scopo di rendere la propria tecnica superiore a quella di chiunque altro.
Durante la guerra il Karate come le altre discipline marziali vengono riconosciute ufficialmente come metodo di allenamento per i militari. I soldati che possedevano questo genere di addestramento sono di tipo particolare, hanno una resistenza fisica invidiabile, sono capaci di marce e sforzi estenuanti, sono terribili nel combattimento anche contro avversari molto numerosi.
Quasi tutti i maestri di arti marziali non amano parlare tanto del periodo della guerra considerato che l’arte diventa strumento di morte e non di elevazione spirituale. Il Maestro Kase entra in quegli anni allo Shotokan rispondendo all’appello del governo fatto ai giovani di arruolarsi e prepararsi alla guerra. Segue i corsi di Gichin Funakoshi, di Yoshitaka e Iromshi, molti esperti erano partiti per il fronte ed egli ricorda la violenza inaudita degli allenamenti dell’epoca. I colpi non venivano controllati, vi erano spesso feriti gravi, ma visto il poco tempo a disposizione il governo incoraggiava una pratica tirata all’estremo.
Questo addestramento aveva lo scopo di eliminare i 4 mali: “la paura, il dubbio, la sorpresa e la tensione”. Secondo il Maestro Kase il livello tecnico era, durante la guerra, molto più elevato di quello che sarà nei periodi successivi, egli dice: “Cercavamo di rendere ogni colpo veramente mortale”.
Nel 1945 muore Yoshitaka, Ironishi prende il suo posto. Nello stesso anno un bombardamento distrugge il Dojo dello Shotokan.
Nel 1946 il Giappone firma la resa.
Funakoshi come tutti i giapponesi è disorientato, per un breve periodo si ricongiunge alla moglie Oita che aveva lasciato ad Okinawa il giorno della sua partenza nel lontano 1922.
Oita muore nel 1947. Solo, Funakoshi decide di rientrare a Tokyo. Nel viaggio di ritorno viene riconosciuto ad una stazione da un suo allievo, dopo di che ad ogni stazione è una catena di sohdaneta. In ogni punto c’è sempre qualcuno che gli testimonia la propria riconoscenza. Allora egli pensa che non è ancora tutto perduto! il Karate resiste ancora.
Prende coraggio e a quasi 80 anni ricomincia tutto da capo questa volta però non è più solo. Alcuni esperti hanno fatto ritorno dal fronte Obata rientra dalla Manciuria, riapre Waseda e viene creata l’Associazione Shotokan Presidente Saigo, Direttore Obata.
In quel periodo si mette in luce un allievo dell’Università Takushoku il giovane NAKAYAMA che darà l’impulso all’organizzazione dello Shotokan.
Nel 1950 viene tolta, dal Governo Americano, l’interdizione di praticare le arti marziali in Giappone. A Funakoshi viene chiesto di fare un tour nelle basi americane presenti in Giappone per presentare il Karate; lo accompagneranno Obata, Kamata e Nakayama. E’ l’ultima volta in cui si troveranno assieme poi vi saranno le divisioni nello Shotokan.
Resta il solo Nakayama che cambia il nome dell’associazione chiamandola J.K.A. (Japan Karate Association).
Alle ore 8.45 del 26 Aprile 1957 Funakoshi muore dopo aver speso tutta la propria energia e volontà nell’impresa della diffusione del Karate nel mondo.